martedì 17 aprile 2012




IL SILENZIO DELL'ONDA


Marina Abramovic, colei che mi ha cambiato il modo di guardare un’artista; e questa artista arriva al PAC di Milano con “The Abramovic Method”.
The Abramovic Method nasce da una riflessione che Marina Abramovic ha sviluppato partendo dalle sue ultime tre performance: The House With the Ocean View (2002), Seven Easy Pieces (2005) e The Artist is Present (2010), esperienze che hanno segnato profondamente il suo modo di percepire il proprio lavoro in rapporto al pubblico.
Un progetto originale, non una semplice mostra che siamo abituati a vedere, in cui il pubblico stesso diventa performance e si trasforma da spettatore a protagonista.
I visitatori che scelgono di partecipare attivamente, sono coinvolti in un percorso attraverso le tre posizioni dell'essere umano (seduta, in piedi e distesa), al centro di installazioni interattive dotati di cuffie,  impreziosite da materiali come legno e vari minerali quali  quarzo, ametista, tormalina. 




Vi erano anche alcuni video e foto che potevi tranquillamente visionare della celebre artista; alcuni già visti sul web e altri completamente sconosciuti.
I respiri di sofferenza di Marina Abramovic in sottofondo ad alcuni di questi video mi faceva venire i brividi.
Questo percorso mi ha aiutata molto a capire come ascoltare e soprattutto ascoltarsi; come “escludersi” dal mondo esterno e percepire solo quello che dice la tua anima.
Mentre ero lì, sdraiata, ad ascoltare il “silenzio”, davanti a me è apparsa un’immagine ben definita: io distesa sulla sabbia di una spiaggia, in riva al mare, ad occhi chiusi mentre ascolto e sento il suono dolce del mare; come quando provi attraverso una conchiglia la stessa sensazione.
E’ stato molto emozionante.   























Quello che maggiormente mi attira della Abramovic è che, secondo il suo modo di pensare, il pubblico è molto importante  nella performance; Senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perché, come sosteneva Duchamp, è il pubblico a completare l’opera d’arte.
La performance che più rappresenta questo concetto è The Artist is Present, dove, seduta in assoluto silenzio a un tavolo nell’atrio, invitava i visitatori a sedersi di fronte a lei per tutto il tempo desiderato, nell’ambito degli orari del museo.
L’artista non aveva alcuna reazione di fronte ai partecipanti, il loro coinvolgimento costituiva il completamento dell’opera, permettendo loro di vivere un’esperienza personale con l’artista e con la performance stessa.


È un’esperienza che certamente rifarei perché nonostante la mia paura del buio, chiudendo gli occhi in una stanza dove non conosco nessuno, mi sono sentita libera e svuotata.
 
       ESPOSITO DEBORA

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