martedì 17 aprile 2012

L'artista deve essere presente... SEMPRE E TOTALMENTE!



E’ curioso che questo blog sia stato utilizzato per due lavori apparentemente lontanissimi tra loro , che hanno invece un’affinità sensoriale simile, infatti se per dialogo nel buoi ci siamo spinti in una situazione di totale assenza visiva , la performance di Marina Abramovic era incentrata sul silenzio e quindi l’assenza dell’udito. In entrambe i casi viene portato il pubblico ad uscire dagli schemi ordinari e utilizzare al meglio gli alti sensi. Durante il lavoro di recitazione di quest’anno ci è stato ripetutamente chiesto di prestare sempre attenzione a ciò che ci circonda, non in modo passivo e superficiale, ma in modo attivo e puntiglioso , solo così saremo in grado di vedere i più piccoli risvolti , le cose più sottili, che solo l’artista è in grado di cogliere.  Marina Abramovic afferma che, per la maggior parte della sua vita, ha viaggiato e cercato in lungo il e in largo la sua felicità, ma che solo fermandosi e ascoltandosi in silenzio , sia riuscita a trovare il suo benessere. Penso che il tema del silenzio sia importantissimo per un artista, viviamo le giornate nel caos più totale, nel frastuono frenetico della città, nella velocità che la vita ci impone, e non ci fermiamo mai a osservare la natura, il volto degli altri o semplicemente gli oggetti che tutti i giorni utilizziamo, ed è li che spunta il  silenzio , che non deve essere per forza indotto tappandosi le orecchie. Quando si è veramente interessati a qualcosa e lo si guarda con totale attenzione  , i suoni intorno a noi si ovattano …. Non so se vi è mai capitato! Si è come totalmente assorbiti dall’oggetto/persona con cui si entra in comunicazione. Ed è in quel preciso istante che si colgono le cose più belle e mai notate. E se questo può succedere con gli altri , può succedere anche con noi stessi … e qui mi viene in mente un altro lavoro di recitazione, quello in cui siamo stati messi davanti a uno specchio ad osservarci, in modo quasi impersonale, ma è cosi che ho trovato delle risposte su me stessa ..  SOFFERMANDOMI IN SILENZIO … Dovrebbe diventare una filosofia di vita.
Un altro aspetto che ho colto guardano i video proiettati è stato quello di voler esprimere in modo non convenzionale la propria arte . E’ vero a primo impatto la Abramovic spaventa un po’, forse perché lontana dal tipo di arte a cui siamo socialmente abituati o forse perché le sue performance sono spesso violente, ma come dice il saggio Mauro Simone :”Ognuno deve scegliere il meglio per se in quel momento, non c’è la cosa giusta o quella sbagliata, c’è solo il meglio per te” e Marina ha scelto il meglio per se.Inoltre quando un artista vuole VERAMENTE esprimere qualcosa , è disposto a tutto per farlo , spingendosi al massimo e spostando il proprio limite sempre un po’ più in la … in che modo? Con la voglia di esserci anche dovendo sopportare scomode posizioni ( come quando rimane immobile con uno scheletro sdraiato su di lei o rimane appesa per non so quando al soffitto di una cucina, totalmente immobile) continuare la propria azione finché non si ha finito ( come quando sbianca lo scheletro umano) utilizzare tutta la concentrazione che si possiede ( come quando rimane per ore a osservare l’asino, avete notato che l’asino non si sposta, tutti gli animali dopo un po’ si rompono le scatole e o si appisolano o se ne vanno, invece quell’asino stava li davanti a lei a farsi osservare).  E poi l’ultima , ma la più importante, DONARSI AL PUBBLICO e la Abramovic per questo scopo utilizza la nudità, che non assume mai un aspetto volgare, ma diventa metafora di come ci si debba mostrare completamente al pubblico per far si che esso creda in noi. L’artista deve essere presente , sempre e totalmente!


Deborah Demontis 


ps: non prendete l'assenza di immagini e musica come non voglia di cercare e abbellire, ma mentre scrivevo ho capito tante cose, cose che a volte dimenticherò, trovando l'arrivo troppo lontano.... nei momenti di confusione tornerò a leggere e avrò bisogno di semplicità :)

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