L'esposizione
al PAC di Milano della celeberrima performer Marina Abramovic mi ha
colpita piú di quanto pensassi... Giá quando mi ero documentata sul
suo conto ho pensato fosse una persona incredibile, ho amato il suo
voler essere espressiva in un modo che andasse al di lá della
rappresentazione stessa, anche se non ne comprendevo a fondo il
metodo e in molte delle sue parti non lo condividevo. Invece quando
sono entrata sono rimasta da subito molto colpita positivamente, ho
avuto la sensazione che una forte energia mi avvolgesse, ho sentito
un senso di solennitá e profonditá mentre mi trovavo nella prima
sala espositiva, di fronte alle strutture designate per provare
l'esperienza delle performance (Bed
for human use_legno
e pietra di quarzo nero, Standing
Object for Human Use_rame
e magneti).
Mentre osservavo curiosamente le strutture ho potuto vedere un gruppo
di persone che si preparava per provare l'esperienza della
performance all'interno dello spazio espositivo e nel momento in cui
hanno iniziato non mi sembrava niente di che... invece dopo qualche
minuto dall'inizio della loro esperienza le mie sensazioni hanno
iniziato a cambiare, mi sentivo molto partecipe, era come se potessi
percepire le loro sensazioni, che fossero l'imbarazzo o la curiositá
ad esempio, e mano a mano che restavo lí mi sentivo sempre piú
immersa in quell'esperienza. Dopo qualche minuto ho lasciato la prima
sala, e sono entrata nella seconda sala, semi buia, in cui vi erano
delle videoproiezioni della performance The
Artist Is Present
(2010, durata 3 mesi). Questa sala é stata per me particolarmente
interessante, al centro vi era il tavolo e le due sedie utilizzate ella performance del 2010, e le videoproiezioni rappresentavano i volti della
performer, i suoi cambiamenti e le varie condizioni che ha vissuto
nell'arco della performance, e cosí anche per le persone che si sono
sedute di fronte a lei, i cui volti erano proiettati sul muro di
fronte; a poco a poco che osservavo quei volti cresceva la mia
empatia verso di loro, e anche la mia curiositá! Piú osservavo e
piú immaginavo di trovarmi al loro posto, le sensazioni che avrei
provato, e mi chiedevo se un'emozione potesse essere davvero cosí
palpabile, solo attraverso lo sguardo o l'espressivitá del volto...
Proseguendo il giro all'interno dello spazio espositivo mi sono
trovata al piano superiore, dove ho potuto osservare immagini e
proiezioni video delle precedenti performance messe in atto
dall'artista. Trovarmi davanti a queste immagini ha avuto su di me un
effetto diverso da ció che mi aspettassi; il fatto che mi fossi
documentata prima di andare all'esposizione mi aveva fatto pensare
che non ci avrei trovato nulla che già non avessi visto in qualche
fotografia o letto in qualche pagina, invece ho potuto sentire queste
sue performance ''vivere'' intorno a me, sentirmi circondata da
qualcosa di piú grande e la cui profonditá ed energia non potesse
essere spiegata a parola ma solo vissuta, e ho capito che é questo
ció che l'arte dovrebbe essere, qualcosa che vive intorno a te e con
te, non qualcosa semplicemente da osservare a distanza e con
razionale distacco.
Chiara Cardini